La lontra

La leggenda della lontra che liberò la valle dalle acque

Lontra

La lontra

La conca del Vanoi era una grande distesa d'acqua tranquilla, limpida, in cui si rispecchiavano le verdi foreste di conifere che costeggiavano il lago; questo, attraverso la Gobbera, comunicava con la distesa d'acqua che occupava la conca di Primiero. La Cortella era chiusa da una diga naturale di roccia. 

Acqua, boschi, massicci rocciosi; vi regnavano la tranquillità e la maestosità della natura. Tutto sarebbe rimasto così, se una lontra, che guizzava nelle acque del lago, non avesse cominciato a rodere la roccia che faceva da diga. Quando, con pazienza e costanza, riuscì a praticare un pertugio, l' acqua, uscì con forza, ingrandì il foro, squarciò la diga, aperse la forra della Cortella e precipitò al basso.
Il lago scomparve; le magnifiche foreste non si rispecchiarono più nelle sue acque tranquille e limpide.

E la lontra? Rimase come simbolo della valle. Nell' archivio del Comune si trovano atti del 1785 bollati da un sigillo che rappresenta una lontra fiancheggiata da due fronde; era l' antico stemma del comune. 

Dietro la leggenda sta la realtà di cui si è già parlato: il Vanoi non seguiva il corso attuale, ma confluiva in Cismon attraverso la Gobbera, finche la forza delle acque non aperse la Cortella.

 

Testo tratto da "La Valle del Vanoi" di Ferruccio Romagna